RICHARD ROGERS + ARCHITECTS
From the House to the City
24 aprile – 25 agosto
Design Museum - London


Richard Rogers con il suo design modernista e funzionale e le numerose collaborazioni con i più grandi architetti del Novecento ha lasciato una traccia profonda nella storia dell’architettura britannica e mondiale. Al Design Museum sono in mostra suoi progetti sulla carta e in modellino, a volte realizzati, a volte no, di edifici e complessi architettonici, raccolti attorno ad una serie di temi: Public, Systems, Transparent, Legible, Urban, Lightweight, Green. Il risultato è una mostra dinamica, interattiva e divertente, anche per i non addetti ai lavori.

La prima ad essere proposta è la Zip Up House (1968-71), una casa prefabbricata a forma di parallelepipedo, veloce da assemblare con muri realizzati con pannelli comunemente utilizzati per i camion-frigo (e quindi già prodotti per il grande mercato) e con le stesse finestre a prova di spiffero normalmente destinate agli autobus.
Richard Rogers e la moglie Su volevano ottenere una casa che potesse essere modificata facilmente e che potesse adattarsi, con tempi e costi minimi, alle mutevoli esigenze dei suoi abitanti. Data l’abolizione di muri fissi in favore di pannelli mobili, la casa poteva essere acquistata in kit, con la possibilità di aggiungere moduli ai preesistenti. Oltre ad essere innovativo e funzionale, questo progetto rinnova il dialogo tra uomo e ambiente poiché, non avendo la Zip House bisogno di fondamenta ma poggiando su sostegni di ferro, poteva essere costruita nel posticino dei sogni di ciascuno.


Alla fine degli anni Sessanta inizia con Renzo Piano inizia una collaborazione che porterà alla fondazione di uno studio ”Piano & Rogers” e alla costruzione di quello che è stato definito il manifesto dell’architettura high-tech, il Centre Georges Pompidou a Parigi [nella mostra alla sezione Public]. Nato ex-novo sul sito di un parcheggio, il Centre intendeva riqualificare una zona poco vissuta della città ponendosi come un’istituzione culturale innovativa, dedicata all’arte moderna ma ospitante una videoteca e una biblioteca di musica, design e cinema.

Nell’area della mostra chiamata Lightweight viene esposto il progetto di un’altra opera colossale divenuta un simbolo di un’altra capitale: il Millennium Dome a Londra. Con questo progetto, Rogers non intendeva costruire un edificio che fosse per sempre ma quasi piegando il suo progetto alla mobilità e alla “temporaneità” della vita nel terzo millennio, ha realizzato il suo Dome pensando alla leggerezza, all’economia e alla velocità di costruzione, garantendone la sopravvivenza per soli 25 anni. La monumentale resistenza nel tempo diventa obsoleta mentre la grandiosità a poco prezzo prende le vesti, anche in architettura, dei tempi accorciati e precari del capitalismo di oggi.



Not to miss: lo Shangai Masterplan, progettato per un concorso per la riqualificazione della zona Lu Jia Zui di Shangai e presente al Design Museum come un modellino le cui differenzi aree si illuminanto seguendo il movimento del sole. Nelle ore mattutine si colorano gli uffici, nel pomeriggio i negozi, poi i parchi, la sera i ristoranti e la notte le abitazioni, il tutto in pieno rispetto di ambiente e sostenibilità. Non si vede la malavita..


Quando
dal 24 aprile al 25 agosto 2008

Dove
Design Museum
London

Admission
£10

THE AMERICAN SCENE
fino al 7 settembre 2008

British Museum


L’aria di cambiamenti sociali, politici e culturali che ha percorso l'America del Novecento si lascia respirare e rivivere attraverso le stampe dei maggiori incisori americani del secolo, cominciando da John Sloan e l'Ashcan School di New York e terminando con l'espressionismo astratto di Jackson Pollock.
E’ il realismo urbano di Sloan ad aprire la mostra con una serie di stampe su una New York dimenticata, di quando nei finesettimana i tetti dei grattacieli si affollavano di inquilini che, distesi su teli e lenzuola, prendevano il sole (Sunbathes on the Roof; Roofs, Summer Night, 1906).

Gli edifici comuni, quelli che non si degnano di uno sguardo sulla strada per il lavoro, diventano il soggetto di tante stampe di Lawrence Kaupferman. Il ribaltamento della prospettiva è curioso. I caseggiati e gli edifici ignorati giorno dopo giorno diventano i protagonisti delle stampe di Kaupferman riacquistando la solida solennità di quanto era già lì prima che nascessi e ci sarà ancora quando avrai terminato il tuo tempo sulla terra. Le presenze umane sono rare nei suoi lavori e, ai margini della scena, non sono mai nulla più che comparse (Boston Street).


Le incisioni di Edward Hopper e Martin Lewis offrono un punto di vista diverso ancora e vogliono ricreare il filo di tensione che avvolge i soggetti un attimo prima o un attimo dopo il verificarsi di un evento. L’introspezione psicologica, il turbamento, sono resi attraverso un sapiente utilizzo della luce e dei contrasti tra zone di completa oscurità e altre fortemente illuminate. (M. Lewis, Little Penthouse, 1931)


E poi il modernismo, la Depressione, l'industrializzazione, la Seconda Guerra Mondiale. Un ciclone sull’America. Sempre più persone abbandonano le grandi città per trovare sostentamento nelle campagne. Thomas Hart Bentos, maestro di Jackson Pollock, documenta questo momento mettendo la propria arte al servizio di importanti questioni sociali. La disoccupazione in crescita vertigionosa, i braccianti che dopo aver compiuto tragitti di miglia e miglia in cerca di lavoro cadevano stremati, nelle gelide notti, nei campi, senza alcun riparo.

Adolf Dehn offre un’immagine dell’America degli anni Trenta diversa ancora. E’ un’America, che suona Jazz e che balla e si scatena nei locali di Haarlem. Coppie di colore si ritrovano nei locali dove si suona questo nuovo genere musicale che porta in se lontane eco di una terra lontana, la malinconia per il duro quotidiano ma anche la sorridente leggerezza di una danza a ginocchia piegate, come in The Swing dance bands.

not to miss: il tocco glamour di Martin Lewis che immortala una mattina in una delle strade principali di Londra, probabilmente Oxford Street in cui, illuminate dal sole nascente, un piccolo esercito di donne elegantissime nei loro cappotti dai colli di pelliccia cammina velocemente verso i department store dove lavorano. (Quarter of Nine, Saturday’s children, 1929).


Quando
fino al 7 settembre 2008

Dove
British Museum
London

Admission
Free