Avete già letto Pyongyang? E’ una graphic novel di Guy Delisle, un disegnatore canadese invitato per un paio di mesi a Pyongyang, capitale della Corea del Nord, da uno studio di animazione. Guy parte con le raccomandazioni ai viaggiatori (i cellulari verranno confiscati all’aeroporto e riconsegnati all’uscita del paese) e si porta con sé un libro (a caso), 1984 di Orwell. Appena uscito dall’aeroporto viene portato a porgere i propri omaggi alla statua alta 22 metri di Kim Il-Sung, rimasto Presidente della Corea del Nord anche dopo la morte, avvenuta bel 1994.
Scopre poco a poco le stranezze e le libertà continuamente violate di un paese chiuso, anzi barricato in se stesso, che ha dovuto aprire uno spiraglio all’occidente in veste di aiuti umanitari non potendo più nascondere la grande carestia che nel 1995 si era abbattuta sul paese. E che non ha esitato a riconvertire gli aiuti umanitari in strumento per consolidare l’assolutismo della dittatura.
Guy Delisle si guarda attorno con lo sguardo allenato del disegnatore. Si stupisce, si stizzisce ma non cade dell’ovvietà dei facili giudizi. Come non accusare una dittatura che rende l’aria irrespirabile, che riempie fino al grottesco le vite dei suoi sudditi di dimostrazioni schiaccianti della grandezza della nazione e della propria superiorità rispetto al mondo capitalista, che fa lavorare 6 giorni alla settimana e, al settimo, obbliga a prestare servizio volontario per attività socialmente utili.
Rimane in sospeso la domanda “ma loro ci credono davvero?” Per molti, purtroppo, la risposta sembra essere sì.
Nessun commento:
Posta un commento