VIVIENNE WESTWOOD
26 settembre 2007 - 20 gennaio 2008
Palazzo Reale
Milano
Piazza Duomo, 2 Milano
Tel.
Biglietti
Intero 8 euro
Ridotto 6.5 euro
Orari di apertura
Lunedì 14.30-19.30
da martedì a domenica ore 9.30-19.30
giovedì 9.30-22.30
(chiusura biglietteria ore 18.30 - giovedì ore 21.30)
26 settembre 2007 - 20 gennaio 2008
Palazzo Reale
Milano
66 anni di punk, dal primo design ruvido e pungente del negozio londinese di King’s Road, agli intriganti riferimenti pittorici e letterari delle produzioni successive.
La storia di Vivienne Westwood come stilista nasce all’inizio degli anni Settanta quando, conosciuto Malcom Mc Laren, cominciò a disegnare abiti per il suo negozio che, in linea con lo stile camaleontico dei proprietari, ha cambiato spesso nome e look: Let It Rock - Too Fast To Live Too Young To Die – Sex - Seditionaries - World’s End. In questi primi anni la fonte di ispirazione per vestiti ed accessori proveniva dallo street style della capitale e dall’emergente movimento punk.
Il negozio conobbe una grande notorietà soprattutto dopo che i Sex Pistols per la loro prima esibizione live indossarono loro creazioni. In breve tempo il 430 di King’s Road divenne il punto di incontro e di riferimento dei punks londinesi; parafrasando una frase da un pannello della mostra: erano anni duri, di aperta condanna del movimento punk e il negozio di King’s Road era l’unico posto in cui non eri guardato male.
La notorietà crebbe ancora e portò la designer londinese a calcare per la prima volta le passerelle della London Fashion Week a Olympia. Era il 1981 e la collezione Pirate fu un successo. L’anno successivo Vivienne Westwood fu invitata a Parigi, diventando la prima stilista inglese a sfilare in Francia, dopo Mary Quant.
Gli anni Ottanta e Novanta segnarono una sua importante evoluzione stilistica. Come designer, la Westwood si impegnò nello studio della storia del costume riuscendo a trarre dal passato spunti profondamente innovativi e ad inserirli nel mondo della moda. E’ il caso dei corsetti e del faux-cul che ripensati e modernizzati costituiscono uno dei caratteri distintivi del suo gusto, come anche l’accostamento di accessori di rottura a tessuti classici dello stile britannico, come il tartan.
Gli ultimi anni raccontati dalla mostra sono quelli del suo impegno politico a difesa dei diritti civili, rappresentati dalla serie di T-shirts I’M NOT A TERRORIST –please don’t arrest me, contro la legislazione anti-terrorismo di Blair e di supporto al movimento Liberty.
Quello che maggiormente colpisce conoscendo le collezioni di Vivienne Westwood e ripercorrendo il suo percorso professionale nella mostra, è la sua straordinaria capacità di rinnovarsi senza perdere l’essenza del suo stile. Se i Sex Pistols sembrano inchiodati ad un periodo della storia inglese circoscritto e concluso, l’unica anima punk sopravvissuta e ancora capace di dare emozioni sembra sia quella di Vivienne.
La mostra Vivienne Westwood è nata nel 2004 al Victoria & Albert Museum di Londra ed è riconosciuta come il più grande tributo che sia mai stato dedicato ad uno stilista di moda. Dopo essere stata ospitata a Canberra, Shangai, Taipei, Tokio, Dusseldorf, Bangkok e San Francisco, la mostra è approdata in Italia. I capi esposti appartengono alla collezione privata del Victoria & Albert Museum e all’archivio personale della designer inglese.
La lunghezza della mostra è ideale, buona l’organizzazione del materiale rispetto alle sale, giustamente dosati i pannelli informativi
Due filmati, uno di circa 4-5 minuti, in inglese sottotitolato, si può seguire seduti su bellissime poltroncine imbottite; sull’altro, di un paio di minuti, ci si sofferma in piedi.
Sarebbe stata interessante una contestualizzazione maggiore delle prime sale e del negozio che è stato la fucina catalizzatrice della sua forza creativa.
Not to miss: gli abiti della penultima sala: alcuni asimmetrici –veri esempi di alta sartoria- e altri apparentemente “normali”, su cui però sono state puntate piccole e numerose spille, a forma di lumaca, coccinella, formica, mosca..
Palazzo RealeLa storia di Vivienne Westwood come stilista nasce all’inizio degli anni Settanta quando, conosciuto Malcom Mc Laren, cominciò a disegnare abiti per il suo negozio che, in linea con lo stile camaleontico dei proprietari, ha cambiato spesso nome e look: Let It Rock - Too Fast To Live Too Young To Die – Sex - Seditionaries - World’s End. In questi primi anni la fonte di ispirazione per vestiti ed accessori proveniva dallo street style della capitale e dall’emergente movimento punk.
Il negozio conobbe una grande notorietà soprattutto dopo che i Sex Pistols per la loro prima esibizione live indossarono loro creazioni. In breve tempo il 430 di King’s Road divenne il punto di incontro e di riferimento dei punks londinesi; parafrasando una frase da un pannello della mostra: erano anni duri, di aperta condanna del movimento punk e il negozio di King’s Road era l’unico posto in cui non eri guardato male.
La notorietà crebbe ancora e portò la designer londinese a calcare per la prima volta le passerelle della London Fashion Week a Olympia. Era il 1981 e la collezione Pirate fu un successo. L’anno successivo Vivienne Westwood fu invitata a Parigi, diventando la prima stilista inglese a sfilare in Francia, dopo Mary Quant.
Gli anni Ottanta e Novanta segnarono una sua importante evoluzione stilistica. Come designer, la Westwood si impegnò nello studio della storia del costume riuscendo a trarre dal passato spunti profondamente innovativi e ad inserirli nel mondo della moda. E’ il caso dei corsetti e del faux-cul che ripensati e modernizzati costituiscono uno dei caratteri distintivi del suo gusto, come anche l’accostamento di accessori di rottura a tessuti classici dello stile britannico, come il tartan.
Gli ultimi anni raccontati dalla mostra sono quelli del suo impegno politico a difesa dei diritti civili, rappresentati dalla serie di T-shirts I’M NOT A TERRORIST –please don’t arrest me, contro la legislazione anti-terrorismo di Blair e di supporto al movimento Liberty.
Quello che maggiormente colpisce conoscendo le collezioni di Vivienne Westwood e ripercorrendo il suo percorso professionale nella mostra, è la sua straordinaria capacità di rinnovarsi senza perdere l’essenza del suo stile. Se i Sex Pistols sembrano inchiodati ad un periodo della storia inglese circoscritto e concluso, l’unica anima punk sopravvissuta e ancora capace di dare emozioni sembra sia quella di Vivienne.
La mostra Vivienne Westwood è nata nel 2004 al Victoria & Albert Museum di Londra ed è riconosciuta come il più grande tributo che sia mai stato dedicato ad uno stilista di moda. Dopo essere stata ospitata a Canberra, Shangai, Taipei, Tokio, Dusseldorf, Bangkok e San Francisco, la mostra è approdata in Italia. I capi esposti appartengono alla collezione privata del Victoria & Albert Museum e all’archivio personale della designer inglese.
La lunghezza della mostra è ideale, buona l’organizzazione del materiale rispetto alle sale, giustamente dosati i pannelli informativi
Due filmati, uno di circa 4-5 minuti, in inglese sottotitolato, si può seguire seduti su bellissime poltroncine imbottite; sull’altro, di un paio di minuti, ci si sofferma in piedi.
Sarebbe stata interessante una contestualizzazione maggiore delle prime sale e del negozio che è stato la fucina catalizzatrice della sua forza creativa.
Not to miss: gli abiti della penultima sala: alcuni asimmetrici –veri esempi di alta sartoria- e altri apparentemente “normali”, su cui però sono state puntate piccole e numerose spille, a forma di lumaca, coccinella, formica, mosca..
Piazza Duomo, 2 Milano
Tel.
Biglietti
Intero 8 euro
Ridotto 6.5 euro
Orari di apertura
Lunedì 14.30-19.30
da martedì a domenica ore 9.30-19.30
giovedì 9.30-22.30
(chiusura biglietteria ore 18.30 - giovedì ore 21.30)
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