Lucas Cranach il Vecchio, insieme a Dürer, è stato una delle maggiori personalità del Rinascimento Tedesco. E io lo trovo assolutamente affascinante.
Saranno i suoi nudi femminili, dai corpi allungati, di una grazia scomoda, poco levigata, tedesca ma al contempo intrigante, come Venus con occhi quasi a mandorla e lo sguardo accattivante. Pericoloso potere seduttore della donna.
I contatti tra i due maestri tedeschi sono provati e i rimandi a Dürer sono evidenti sia nei lavori incisori di Cranach che nei dipinti. L’esempio più noto è la Melancholia a cui entrambi hanno cercato di dare un volto. Cranach ha dato a questo strano turbamento dell’essere le fattezze di una giovane donna e l’ha inserito all’interno della nascente iconografia protestante, rendendolo un’opera a sé stante rispetto al precedente di Dürer. La misura della distanza esistente tra le due opere è data dal gruppo di streghe che irrompono e impazzano nella parte sinistra del quadro spezzando irrimediabilmente la pensosa staticità di spazio e tempo. L’inattività dettata dallo stato melanconico era inaccettabile per lo spirito protestante che aleggiava della Germania sassone del primo Cinquecento e Cranach, amico personale di Lutero e seguace della nuova fede, espresse in modo inequivocabile questa condanna.
Di Cranach mi affascina la lealtà dimostrata all’Elettore di Sassonia, suo mecenate, seguito nell’esilio e al contempo l’indipendenza spregiudicata della sua professione. Il suo legame personale con Lutero, suggellato anche da atti formali- il pittore fu il testimone di nozze del riformatore tedesco e padrino del suo primo figlio- non gli impedì di accettare commissioni dal maggiore antagonista di Lutero, il cardinale Albrecht di Brandenburgo, il più importante uomo di Chiesa del Sacro Romano Impero, per il quale realizzò una serie di ritratti.
L’opera di Lucas Cranach rimane tuttavia fortemente legata allo spirito della Riforma. Lavorando attivamente alla diffusione dei suoi temi e soggetti, diede una forte spinta alla creazione di una vera e propria iconografia per questa fede di rottura, il cui rapporto ambiguo con l’arte correva sul filo dell’iconoclastia. Alcuni dei suoi dipinti erano a sfondo moraleggiante, ma privi di pesantezza e anzi ricchi di quella ventata di rinnovamento che la Riforma aveva portato in tutta Europa. A sostegno del credo luterano Cranach dipinse il grottesco in una serie di quadri sui matrimoni male assortiti, e la duplicità della donna vista come esempio di fedeltà assoluta, come Lucrezia o come diavolo tentatore, come la Venus riccamente agghindata a cui accennavo prima.
La figura di questo pittore è ricca e interessante nel panorama del Cinquecento tedesco, di Wittemberg epicentro della Riforma ma non solo. La fama della sue abilità come ritrattista varcò le soglie della corte e si diffuse rapidamente in tutta la Germania.
Assolutamente meravigliosi i paesaggi che fanno da sfondo a molti suoi dipinti. Ricordano Dürer e i fiamminghi per la ricchezza di particolari, senza però risultare una mera somma di dettagli, ma mantenendo una visione d’insieme e un equilibrio da maestro.
Not to miss: 1526, Adamo ed Eva, lei che con una mano abbassa il ramo e con l'altra porge il frutto proibito, guardando Adamo con uno sguardo seducente, lui con una mano sulla mela, con l'altra posata sulla testa, incerto. Si vorrebbe fidare della sua compagna ma allo stesso tempo il sentore di pericolo è forte. E sappiamo tutti come andò a finire.
Curiosità: Il quadro Cupido che si lamenta con Venere faceva parte della collezione privata di Hitler. Ora la National Gallery ha lanciato un appello a chiunque abbia informazioni per ricostruire la storia e la proprietà dell'opera.
Saranno i suoi nudi femminili, dai corpi allungati, di una grazia scomoda, poco levigata, tedesca ma al contempo intrigante, come Venus con occhi quasi a mandorla e lo sguardo accattivante. Pericoloso potere seduttore della donna.
I contatti tra i due maestri tedeschi sono provati e i rimandi a Dürer sono evidenti sia nei lavori incisori di Cranach che nei dipinti. L’esempio più noto è la Melancholia a cui entrambi hanno cercato di dare un volto. Cranach ha dato a questo strano turbamento dell’essere le fattezze di una giovane donna e l’ha inserito all’interno della nascente iconografia protestante, rendendolo un’opera a sé stante rispetto al precedente di Dürer. La misura della distanza esistente tra le due opere è data dal gruppo di streghe che irrompono e impazzano nella parte sinistra del quadro spezzando irrimediabilmente la pensosa staticità di spazio e tempo. L’inattività dettata dallo stato melanconico era inaccettabile per lo spirito protestante che aleggiava della Germania sassone del primo Cinquecento e Cranach, amico personale di Lutero e seguace della nuova fede, espresse in modo inequivocabile questa condanna.
Di Cranach mi affascina la lealtà dimostrata all’Elettore di Sassonia, suo mecenate, seguito nell’esilio e al contempo l’indipendenza spregiudicata della sua professione. Il suo legame personale con Lutero, suggellato anche da atti formali- il pittore fu il testimone di nozze del riformatore tedesco e padrino del suo primo figlio- non gli impedì di accettare commissioni dal maggiore antagonista di Lutero, il cardinale Albrecht di Brandenburgo, il più importante uomo di Chiesa del Sacro Romano Impero, per il quale realizzò una serie di ritratti.
L’opera di Lucas Cranach rimane tuttavia fortemente legata allo spirito della Riforma. Lavorando attivamente alla diffusione dei suoi temi e soggetti, diede una forte spinta alla creazione di una vera e propria iconografia per questa fede di rottura, il cui rapporto ambiguo con l’arte correva sul filo dell’iconoclastia. Alcuni dei suoi dipinti erano a sfondo moraleggiante, ma privi di pesantezza e anzi ricchi di quella ventata di rinnovamento che la Riforma aveva portato in tutta Europa. A sostegno del credo luterano Cranach dipinse il grottesco in una serie di quadri sui matrimoni male assortiti, e la duplicità della donna vista come esempio di fedeltà assoluta, come Lucrezia o come diavolo tentatore, come la Venus riccamente agghindata a cui accennavo prima.
La figura di questo pittore è ricca e interessante nel panorama del Cinquecento tedesco, di Wittemberg epicentro della Riforma ma non solo. La fama della sue abilità come ritrattista varcò le soglie della corte e si diffuse rapidamente in tutta la Germania.
Assolutamente meravigliosi i paesaggi che fanno da sfondo a molti suoi dipinti. Ricordano Dürer e i fiamminghi per la ricchezza di particolari, senza però risultare una mera somma di dettagli, ma mantenendo una visione d’insieme e un equilibrio da maestro.
Not to miss: 1526, Adamo ed Eva, lei che con una mano abbassa il ramo e con l'altra porge il frutto proibito, guardando Adamo con uno sguardo seducente, lui con una mano sulla mela, con l'altra posata sulla testa, incerto. Si vorrebbe fidare della sua compagna ma allo stesso tempo il sentore di pericolo è forte. E sappiamo tutti come andò a finire.
Curiosità: Il quadro Cupido che si lamenta con Venere faceva parte della collezione privata di Hitler. Ora la National Gallery ha lanciato un appello a chiunque abbia informazioni per ricostruire la storia e la proprietà dell'opera.
Orari
Tutti i giorni dalle10 alle 18
Venerdì dale 10 alle 22
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