26 gennaio - 18 aprile
London
Gli impressionisti hanno davvero fatto storia. I loro nomi sono pronunciati con ammirazione anche da chi di arte non si intende, ma che rimane folgorato dal giallo dei Girasoli e dalla tenue fragilità delle Ninfee.
Delle influenze che questo movimento rivoluzionario ha generato non solo in Francia ma nel resto del mondo e in questo caso particolare in Russia, si parla davvero poco.Della Russia di inizio secolo si ricorda la Rivoluzione di Febbraio e poi quella d’ Ottobre, il rovesciamento del regime zarista, eventi così formidabili da lasciare poco spazio alle trasformazioni culturali. E invece in Russia tra fine Ottocento-inizio Nove erano in molti a guardare verso Occidente e ai nuovi movimenti artistici, sia con occhi di collezionisti, che di pittori.
I primi sentori di rinnovamento vennero ancora prima, negli anni Sessanta dell’Ottocento, quando un gruppo di artisti di San Pietroburgo decise di emanciparsi dall’Accademia Imperiale d’Arte, fondarono la società poi conosciuta come The Wanderers. Essi rifiutavano i soggetti biblici e mitologici provenienti dall’arte italiana per introdurre piuttosto scene di vita quotidiana e istantanee della società russa loro contemporanea, come Ilya Repin che dipinse October,17 1905 e Leo Tolstoj a piedi nudi.
Trent’anni più tardi i moscoviti Sergei Shchukin e Ivan Morozow costituirono, nel giro di quindici anni, due tra le maggiori collezioni di arte francese. In particolar modo Shchukin divenne il mecenate di Matisse, di cui comprò molte opere e a cui commissionò tele di grandi dimensioni, come La Danza. Dal 1909 questi due musei privati furono aperti al pubblico e gli artisti russi che non avevano la possibilità di formarsi nello spirito parigino potevano comunque conoscere i lavori degli artisti francesi attraverso queste collezioni.
Questa mostra è semplicemente meravigliosa. E non escludo di tornare a rivederla prossimamente. La considero una espoizione eccezionale perché raccoglie autori e opere topograficamente lontani, appartenenti con trascorsi storici differenti, li accosta facendo di ciascuno il testimone di una corrente particolare, senza mai annullarli ma anzi inserendoli all’interno di un disegno culturalmente raffinato. Gauguin, Matisse, Chagall, Van Gogh, Cezanne, Corot, Repin, Mashkov, Altman, Golovin, sono tutti qui.
Not to miss: Ida Rubinstein la famosa ballerina russa che aveva calcato le scene con la compagnia Ballets Russes di Diaghilev, qui ritratta da Valentin Serov in un nudo di spalle. Il volto girato per tre quarti, il corpo flessuoso e spigoloso allo stesso tempo. Lo sguardo intenso e concentrato come se fosse di scena.
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