REVOLUTIONARY ROAD
Sam Mendes

Finalmente ce l’hanno fatta, Leonardo DiCaprio e Kate Winslet a togliersi di dosso le stucchevoli vesti di Titanic. Devo ammetterlo, io 12 anni fa con la glicemia alle stelle non ci avrei giurato, e invece ce l’hanno fatta. Chapeau. Qualche avviso c’era stato, a dire il vero, anche in passato. Nel 2004, con Eternal sunshine of the spotless mind passato in silenzio sugli schermi italiani come Se mi lasci ti cancello (un grazie a chi ha curato la traduzione del titolo), un accenno di profondità e di una arte recitativa, Kate l’aveva dimostrato. E anche lui, Leo, con il lontano The Beach, uno sprazzo, un barlume ma sì, lo riconosciamo. Anche in Catch me if you can, ci poteva stare. Ora bravi, credibili entrambi per ruoli complessi, difficili, tormentati ma non come possono essere tormentati che ne so, Nicole Kidman in Ritorno a Cold Mountain o Michael Pitt in Last days.

E poi c’era un’altra questione davvero spinosa: soddisfare il pubblico di lettori radical chic del libro, Revolutionary Road di Richard Yates che ancora, a distanza di anni, conservano nitido il ricordo del respiro mozzato da un pugno nello stomaco. Bravo Sam Mendes a lasciare intatta quella sensazione, che si sente nelle pagine del romanzo, nelle scene del film, e ogni giorno fuori casa. Credo che ognuno di noi abiti nella sua Revolutionary Road, o nella Big Vongola, come chiamiamo noi snob la nostra città di origine. Calda, avvolgente e –ahimé- malsana per anima e corpo come una palude. E quella voce fastidiosa che ti raggiunge le orecchie mentre sei fuori con gli amici di sempre, in una serata di sempre e ti sussurra “E’ davvero tutto qui?”. Il malessere cresce, lo ignori nascondendoti dietro la quieta routine. Guardi te, guardi loro, sempre più distanti, non si parla di niente. Manca ossigeno ma il tarlo non va nominato. Due non ce l’hanno, tre lo ignorano e a me divora il cervello. Cercare in loro condivisione e conforto è pura follia. Sarebbe un errore.
Perchè puoi avere o non avere il tarlo. Se non ce l’hai, sei fortunato e ti attende una vita sfanculata e moderatamente priva di sfide, ma se ce l’hai, se ce l’hai sai che non puoi metterlo via. E dovrai combattere ogni giorno e metterti in gioco e non avere lasciarti paralizzare dalla paura. Ormai la tua scelta l’hai fatta, come April ha fatto la sua ancora prima di chiedere a Frank di ricominciare a Parigi. Non puoi che andare fino in fondo e, magari, sperare di avere accanto un uomo meno mediocre di suo marito.

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